Anche la sosta a Zamora è finita. E' ora di ripartire, il pellegrino non si fermerà che a Santiago!
Attraverso al periferia nord di Zamora. Un paesaggio abbastanza anonimo come tutte le periferie industriali del mondo
Attraverso l'abitato di Roales del Pan. Un tabellone spiega come la Via de la Plata sia l'antichissimo percorso di collegamento con il Golfo di Cadice e la Cantabria fin dalla preistoria. Per i romani poi, rappresentava il collegamento fra le importanti città di Mérida e Astorga. Inoltre è stata da sempre utilizzata come percorso per la transumanza del bestiame. Successivamente, in epoca medioevale ed oltre, divenne anche una delle principali vie di pellegrinaggio religioso dal sud della Spagna per recarsi a venerare la reliquia di San Giacomo, a Santiago de Compostela.
Una giraffa, un uccello che spicca il volo dalla cima di una colonna, pavoni, animali preistorici, un cavaliere lanciato al galoppo su un cavallo bianco, Cappuccetto Rosso, alcune sagome di viandanti con zaino e bussola, resti di un presepe... è tutto finto ed a grandezza naturale, ospitato dentro un giardino privato. Chi sarà mai l' eccentrico abitante di quella casa?
Costeggio poi la rete di cinta di un giardino dedicato al riposo ed allo svago per i bambini e per i pellegrini. Così recita il cartello.
Riprendo l'itinerario in mezzo ai campi ed ai paesaggi vasti e silenziosi...
Ancora viti. Ancora, in futuro, vino!
Una coppia di cicogne mi osserva dall'alto del nido, costruito sopra al traliccio di un elettrodotto
Passo accanto a un sito di archeologia industriale: un mulino, ormai trasformato in agriturismo.
Faccio una breve sosta per apprezzare la chiesetta della Virgen del Castillo, situata accanto a un laghetto. La chiesa abbraccia accanto a sé anche un piccolo cimitero La zona è popolata da cicogne e altri volatili.
Continuano a segnare il cammino, anche qui come nella tappa di ieri, le pietre miliari moderne caratterizzate da bastone e zucca del pellegrino.
Ecco apparire le rovine di Castrotorafe, importante città del secolo XI, precedentemente una Mansio della Calzada Romana conosciuta come Vico Aquario
Ecco Casa Camino, dove avevo pernottato l'anno scorso. Mi era piaciuta molto come sistemazione. Quella sera nell'Albergue c'erano anche altri pellegrini e grazie alle tre ragazze che gestivano la struttura, che sapevano cantare e suonare bene la chitarra, avevamo passato una serata in allegria. Purtroppo ora la "Casa Camino" pare abbandonata, chiusa. Tocca proseguire e cercare un altro alloggio per stanotte.
Paiono i paesaggi fotografati da Franco Fontana...
Un ponte dall'allegra sponda blu mi permette di attraversare la solita autostrada M630
Il cartello stradale indica che sono giunto anche per oggi a destinazione: Granja de Moreruela
Prendo alloggio alla Casa Rural del Tio Quico. Atmosfera di montagna, stanza enorme e pulitissima, con travi a vista, serramenti e arredamento di legno scuro alleggeriti da allegri copriletti fucsia. Anche per stasera un buon riposo è garantito. E domani inizierà il duro Camino Sanabrès.