
Lascio Pinos Puente di buon mattino. Il cielo è sereno. I raggi del sole scaldano già l'aria e regalano agli edifici un bel colore dorato.
Come spesso accade, quando si arriva in un centro abitato le indicazioni del Camino spariscono. La "flecha amarilla", la caratteristica freccia gialla che segna la via ai pellegrini diretti a Santiago, appare sempre quando si è ormai usciti dal paese. Quando ormai non serve più.
Questa sarà la prima vera tappa di Camino come piace a me: in mezzo al verde e per la maggior parte su sterrato.
Ora il giallo vivo dei prati, dominati da una miriade di piante di soia in fiore, domina il paesaggio. Il sentiero è fangoso, solcato di tracce lasciate dai trattori.
Proseguo ora in salita verso Moclin, 1000 metri di altitudine. Il paesaggio è rilassante, ma la marcia diventa un po' più faticosa. Anche il sole inizia a farsi sentire: meglio indossare un copricapo leggero ma funzionale a riparare gli occhi.

Il sentiero prosegue e si snoda con dislivello variabile, fra uliveti argentati che punteggiano anche le collinette circostanti. Sono diretto a Los Olivares.
Si apre ora allo sguardo un paesaggio molto simile a quello della Sardegna.
Ecco apparire l'abitato di Los Olivares. Subito dopo, inizierà una dura salita di 4 Km, con un dislivello da superare di quasi 500 metri.
Il cammino prosegue con fatica. Mi rendo conto del dislivello superato, guardando il panorama che si estende sotto di me.
L'indicazione dipinta sulla roccia mi rassicura sulla correttezza del percorso. Ho un GPS ma viaggiare da veri pellegrini, come nel Medioevo, seguendo la semplice freccia gialla è sempre suggestivo.
Un momento di riposo, al riparo di un albero. Meno male che ho con me la provvidenziale riserva d'acqua chiamata Camel bag: ne succhio lunghi sorsi attraverso il tubicino collegato allo zaino.
Fa molto caldo, per fortuna rimane solo un chilometro di salita.
Percorro finalmente le stradine assolate di Moclìn, grazioso centro abitato e fine della seconda tappa del Camino Mozàrabe. Il paesino è arroccato a 1000 meri di altitudine. Ora tocca cercare un ostello o un albergo.

E finalmente, arriva l' ora di cena. Con un " salmorejo " e qualche tenera fetta di "lomo" (arrosto di maiale) con uova e patate, ripristino le riserve di energia spese nella faticosa salita di oggi.
Coraggio... mancano "solo" 1139 chilometri a Santiago!