mercoledì 2 maggio 2018

Campanario - Medellin ( 31 km)

Anche oggi la tappa prevista sarà superiore ai trenta chilometri, fortunatamente pianeggianti. La forma fisica del marciatore è finalmente arrivata, tanto che questa mattina sento di aver recuperato la fatica dei quarantadue chilometri di ieri



Lascio l' Albergue "La Estacion" di prima mattina con un cielo limpido e terso.








Nel bel mezzo dei campi di grano scorre all'improvviso un treno







Su una collina aguzza vedo avvicinarsi l'antica città di Magacela. Il suo nome ha probabilmente origine dall'arabo "Umm Gazala" , casa grande, casa sicura 















Sfruttando lo zoom dello smartphone fotografo le rovine del castello, costruite sopra i resti di una fortezza risalente all'epoca romana




Mi incuriosisce il segnale stradale di pericolo attraversamento animali: chissà questa silhouette cosa indica? Forse... lepri ?




Oh! Il mio amico Platero! Anche se questo non è grigio-argento, per me da quando ho letto il delizioso poema di Juan Ramòn Jiménez, tutti gli asinelli sono Platero :-)











Vento in quota! Lo si capisce dalle coreografiche striature del cielo
























Vedo all'orizzonte avvicinarsi una città: è Don Benito




Plaza de Toros di Don Benito. Ora siamo nella  provincia di  Badajoz, regione dell'Estremadura








Una distesa di lippie fiorite allieta il cammino ai viandanti


Vedo il Castillo de Medellin, si erge maestoso sopra la collina che sovrasta l'attuale cittadina, Medellin appunto,  adagiata sul Rio Guadiana. 





La guida dice che fu eretto nell'era mussulmana precisamente nel secolo XII, poi nel secolo successivo fu occupato dai cristiani al tempo di Fernando III.  Successivamente fu distrutto per essere ricostruito nel secolo XV dal Conte di Medellin, Don Rodrigo Pontecarrero. 







Dopo trentanove chilometri il necessario riposo nel confortevole hotel Rio, di fronte al ponte romano sul Rio Guadiana

















martedì 1 maggio 2018

Monterrubio de la Serena - Campanario ( 39 km)


Lascio Monterrubio di buon mattino. Mi attendono trentanove chilometri e circa dieci ore di cammino. Con me, altri due pellegrini.  Mi comunicano che hanno intenzione di fare una tappa più breve:  si fermeranno a Castuera, ovvero  dopo circa diciotto chilometri. 




Il cielo è di un bell'azzurrino, ma solcato da nuvoloni che promettono pioggia


La strada è un nastro d'asfalto solcato da piccole crepe. Intorno a me silenzio, non c'è traccia di auto. 





Non mancano, camminando, gallerie d'arte naturali e in 3D: ora sto passando in mezzo a un quadro di Segantini!




Dopo due ore sono ad un quarto del cammino che ho pianificato per oggi









All' improvviso due massi erratici.  Anche se non mi sembra di essere nelle vicinanze di una collina morenica










Oggi lascio definitivamente la provincia di Còrdoba in Andalusia per entrare in Estremadura. In questa regione mi accoglie per prima la città di Castuera, dove decido di fermarmi a fare uno spuntino














Riprendo il cammino. Ora l'abitato di Costuera è ormai alle spalle, si staglia contro un cielo plumbeo che non promette nulla di buono



Sta per piovere. Non ho l'ombrello, solo la giacca a vento con cappuccio, e una "cover" per lo zaino


Terminato l'acquazzone. Tre cavalieri al trotto mi sorpassano diretti ad una festa campestre (lo scoprirò dopo)



Passo accanto a una stazione ferroviaria quasi in aperta campagna. Accanto, un bianco tendone dove si sta svolgendo una festa popolare.



Altri partecipanti alla festa:












Mi lascio festa e stazione ferroviaria alle spalle







Un mare giallo, forse soia, o colza, appare all'orizzonte, sovrastato da batuffoloni di nuvole




La ferrovia corre sotto di me. Il paesaggio è reso affascinante dai colori vividi



Un segnale stradale bianco indica che sono sulla via giusta:








Sono finalmente arrivato a Campanario!



Il centro è pressoché deserto, oggi è il Primo Maggio.


L'unica sistemazione possibile qui a Campanario sembra essere l' Albergue situato però alla periferia opposta. Dovrò camminare ancora per 3 Km. 


Con difficoltà finalmente trovo questo Albergue: mai avrei immaginato che fosse la vecchia dismessa stazione ferroviaria!  


I gestori dell' Albergue hanno anche il bar dove cenerò stasera. In pratica non esiste più la stazione ma soltanto la pensilina. Rimane però ben chiara la sensazione di trovarsi in un luogo di passaggio e di viaggio. Dormirò con vista binari!